Discendente di una famiglia di brillanti musicisti, Henri Rabaud ha avuto, sin dalla più tenera età, una solida formazione generale e artistica. Mentre prosegue i suoi studi al liceo Condorcet, è ammesso  senza fatica al Conservatorio di Parigi dove, dopo aver passato qualche anno nelle classi di Gedalge (contrappunto e fuga) e di Massenet (composizione), ottiene, al suo primo tentativo, il Prix de Rome (1894), ricompensa che gli ha aperto le porte di Villa Medici. A quest’epoca risalgono diverse composizioni che fonderanno la sua fama di artista ricco di talento e appassionato dello stile classico, come la Deuxième Symphonie, la Procession nocturne, il Divertissement sur des airs russes, Églogue, il Quatuor à cordes, l’oratorio Job e il Psaume IV. Questa riconoscenza iniziale gli permette di rappresentare rapidamente in teatro La Fille de Roland (1904). Seguono L’Appel de la mer (1924), Rolande et le mauvais garçon (1934), Martine (1947) e Le Jeu de l’amour et du hasard (1948). Il suo più grande successo è stato senza dubbio Mârouf, savetier du Caire (1914), opera ispirata ai Contes des mille et une nuits. Parallelamente, la sua reputazione di direttore d’orchestra lo conduce alla testa dell’Opéra e dell’Opéra Comique (1908) e, dieci anni dopo, dell’Orchestra sinfonica di Boston. Personalità di rilievo nel mondo musicale, Rabaud continua la sua carriera in importanti istituzioni: subentra, al posto di Widor, all’Académie des Beaux-Arts (1918) e, due anni dopo, prende il posto di Fauré nella direzione del Conservatorio (1920-1941).