Gli italiani a Parigi da Luigi XVI a Napoleone
Presenti a Parigi fin dal regno di Luigi XVI, i compositori italiani sono sulle scene dell’Opéra tra quelli più all’avanguardia del loro tempo: appunto a loro il nascente romanticismo deve gran parte della propria personalità. La generazione di Piccinni e Sacchini introduce in Francia lo stile internazionale dell’epoca, che Salieri trascende con effetti orchestrali ignoti, accenti decisamente patetici e una drammaturgia che impressionerà il giovane Berlioz. Di lì a pochi anni Spontini ideerà spettacoli adatti ai grandi momenti dell’Impero e al gusto dominante per il monumentale e il fastoso. Nello stesso periodo Cherubini conosce la gloria ben oltre le frontiere francesi e sarà uno dei modelli del giovane Beethoven. Eppure l’avventura degli italiani in Francia rimane piena di paradossi; infatti le loro opere francesi sono innanzitutto musica parigina e sembra proprio che i compositori abbiano deliberatamente dimenticato la propria maniera italiana molto più di quanto non abbiano voluto piegare il genere francese alle loro usuali tecniche di scrittura.
- Antigone (Marmontel / Zingarelli)
- Arvire et Évélina (Guillard / Sacchini)
- Atys (Marmontel / Piccinni)
- Chimène ou Le Cid (Guillard / Sacchini)
- Dardanus (Guillard / Sacchini)
- L'Officier cosaque (Cuvelier / Dumouchau & Gianella)
- Abencérages ou L’Étendard de Grenade, Les (Jouy / Cherubini)
- Antigone (Marmontel / Zingarelli)
- Arvire et Évélina (Guillard / Sacchini)
- Atys (Marmontel / Piccinni)
- Chimène ou Le Cid (Guillard / Sacchini)
- Dardanus (Guillard / Sacchini)
- BALOCCHI, Giuseppe Luigi (1766-1832)
- CHERUBINI, Luigi (1760-1842)
- PICCINNI, Niccolò (1728-1800)
- SACCHINI, Antonio (1730-1786)
- SPONTINI, Gaspare (1774-1851)
- TARCHI, Angelo (1760-1814)
- Institution – Théâtre-Italien de Paris
- Sorgenti del romanticismo musicale francese. All’incrocio delle influenze italiane e germaniche (2009)
- Dratwicki, Benoît – Parodier l’Italie sur la scène de l’Académie royale (1774-1789). De la partition au livret, un déplacement des enjeux