Il “pezzo di genere” pianistico
Il “pezzo di genere” fiorisce in età romantica sotto l’influsso di quello spirito rapsodico che definisce l’intero Ottocento: la mente sembra libera da costrizioni formali e si dispiega a seconda dell’ispirazione del momento. Ma già le epoche precedenti incoraggiavano questa creatività attraverso l’arte dell’improvvisazione. I preludi romantici (Chopin, Kalkbrenner, Hummel…) riprendono questa vena barocca, ravvivata da armonie sulfuree e spesso sorprendenti. Contemporaneamente quei “pianisti-poeti” che furono Chopin, Heller o – in Germania – Mendelssohn, Schumann e Brahms inventano il “notturno”, l’“intermezzo”, la “rapsodia”… Perfino lo “studio” pianistico, genere didattico che parrebbe così poco propizio all’effusione dell’anima, si carica di un pathos nuovo. Poiché, accanto a Cramer o Czerny, Hélène de Montgeroult, Chopin, Liszt, Chaminade e Saint-Saëns gli conferiscono una nuova capacità espressiva. Certe menti rivoluzionarie, come Alkan, non esiteranno a conferirgli una spettacolare dimensione temporale (dai venti ai trenta minuti).
- Tableaux de voyage (Vincent d'Indy)
- Mistress W. G. (Gavarni)
- Barcarolle n° 1 op. 26 (Gabriel Fauré)
- Barcarolle n° 2 op. 80 (Benjamin Godard)
- Barcarolle op. 105 (Benjamin Godard)
- Barcarolle op. 60 (Frédéric Chopin)
- Barcarolle op. 65 n° 6 (Charles-Valentin Alkan)
- Barcarola per pianoforte in mi bemolle maggiore op. 71 (Mel Bonis)
- DUBOIS, Théodore (1837-1924)
- LITOLFF, Henri (1818-1891)