Delle compositrici francesi dell’Ottocento si è persa del tutto la memoria, ancora di più che dei loro omologhi maschili, ed è solo grazie a ricerche e progetti discografici recenti che le si sta a poco a poco riscoprendo. Queste iniziative hanno evidenziato che esiste un corpus notevole – sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo – di brani firmati da compositrici, nonostante le pressioni sociali esercitate sulle donne dell’epoca (in primo luogo il matrimonio e la maternità), che costituivano altrettanti ostacoli a tale professione. Tenute per lo più a distanza dalle scene della lirica, la cui conquista, allora, era considerata il culmine della carriera, le compositrici si sono dedicate maggiormente alla musica da camera o per pianoforte. E anche se le donne sono state ampiamente presenti nelle classi di armonia, contrappunto e composizione del Conservatorio di Parigi per tutto il XIX secolo, si è dovuto attendere il 1913 perché a una di esse, ossia Lili Boulanger, fosse assegnato per la prima volta un Premier Prix de Rome, seppure ex aequo con Claude Delvincourt.