Lamento
Pubblicato nel 1903 da Leduc, il Lamento per violoncello (o viola) e pianoforte fu composto da uno allievo di Charles Lenepveu, ancora studente al Conservatorio di Parigi. Dumas lo dedicò “al [suo] caro maestro Raymond Marthe”, dimostrando di avere appreso la pratica del violoncello da questo insegnante, originario di Tarbes (1858-1923) e membro dell'orchestra dell'Opéra e dei Concerti del Conservatorio. Sono documentate due esecuzioni di queste pagine da parte del loro dedicatario all'inizio del 1911, in altrettanti salotti parigini. Pezzo di genere senza grandi difficoltà tecniche, il Lamento sembra destinato a strumentisti in corso di formazione e mira a sviluppare l'espressività dello strumento, richiedendo un lavoro piuttosto fine sulle sfumature. L'idea è quella di rappresentare un lamento: in un tempo di Andante doloroso (96 battiti al minuto per la croma), il tema principale accumula motivi di due battute sempre discendenti, come lunghi singhiozzi. Dopo la seconda comparsa del tema, la sezione centrale introduce un clima più agitato, che potrebbe esprimere una sorta di sorda collera, con il suo ostinato ritmo di croma puntata-semicroma-semiminima, ripetuto anche dal pianoforte. Tuttavia, questo episodio dura poco e ritorna il tema principale, questa volta accompagnato da un tappeto di arpeggi in quintine e poi in sestine. Mentre il solista completa il suo discorso con note sempre più tenute, il pianoforte riprende a sua volta il tema e trascina il violoncello affinché esprima un’ultima volta, solennemente, la formula tematica, ormai ridotta a due battute.
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data di pubblicazione : 29/01/25
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