Quartetto per archi in do minore op. 56
Allegro maestoso ed espressivo – Minuetto : Moderato – Adagio cantabile e sostenuto – Finale : Vivace
L’op. 56 fa parte dei dodici quartetti che Onslow compose nel 1833-1834, dopo la scoperta degli ultimi quartetti di Beethoven, presentati a Parigi da Pierre Baillot. Il brano è dedicato al violoncellista Alexandre Chevillard (1811-1877), membro di diverse orchestre (tra cui quella della Société des concerts del Conservatorio) e futuro professore al Conservatorio. In Francia, questo strumentista fu uno dei primi a riconoscere l’importanza dell’ultimo Beethoven, tanto che, con l’appoggio del violinista Jean-Pierre Maurin (già allievo di Baillot), fondò nel 1852 la Società degli ultimi quartetti di Beethoven. In compenso, Onslow non fu mai un ammiratore senza riserve di quelle partiture eccezionali, che pure lo scossero fin nel profondo. Dopo che le ebbe scoperte, la sua scrittura si arricchì e si diversificò: varietà di tessiture e drammatizzazione del discorso nello sviluppo del primo movimento dell’op. 56; equilibrio dell’effettivo nell’Adagio, in cui tutti gli strumenti hanno una valenza melodica; vivacità ritmica nel Finale. Onslow osa una certa ruvidezza (per esempio nel Vivace), conservando però il generoso cantabile che lo caratterizza. Gli può capitare di turbare brevemente la percezione della metrica, ma non si permette mai gli accenti per così dire «brutali» che assesta il maestro di Bonn. E se amplia il secondo movimento, con una struttura minuetto-trio-minuetto-trio-minuetto (come nella Quarta Sinfonia di Beethoven), forse è soprattutto per permettere al dedicatario di eseguire due volte questo piroettante trio di scale e arpeggi in staccato.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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