Antonio SACCHINI

Nato a Firenze, Sacchini studia a Napoli con Francesco Durante. Dopo qualche opera comica, debutta al San Carlo con Andromaca (1761), la sua prima opera seria. Ma è il trionfo di Olimpiade, rappresentata a Padova nel 1763, ad attirare su di lui gli sguardi dell’Italia intera. Fino ai primi anni settanta del XVIII secolo compone per diversi teatri, facendosi un nome sia nel registro serio che in quello comico. Nel 1768 si stabilisce a Venezia per dirigere il Conservatorio dell’Ospedaletto ed insegnare canto (forma Nancy Storace, futura creatrice del ruolo di Susanna ne Le nozze di Figaro di Mozart). La sua reputazione si estende al di là dei confini, poiché nel 1770 viene chiamato a Monaco di Baviera (dove scrive Scipione in Cartagena e L’eroe cinese) e a Ludwigsburg (Calliroe). Nel 1772 ha inizio il decennio londinese, che vede la composizione di dieci opere per il King’s Theatre, essenzialmente serie. La prima, Il Cid, è un adattamento del dramma di Corneille che gli aveva già ispirato Il Cidde nel 1769, ed al quale Sacchini tornerà una terza volta nel 1783. Dopo Mitridate (1781), rischiando la prigione a causa dei debiti e criticato per la rilassatezza dei costumi, si reca a Parigi. Scrive tre tragédie lyrique per l’Académie royale de musique: Renaud (Rinaldo, 1783), Chimène (o Il Cid, 1783), Dardanus (Dardano, 1784). Ma oscuri intrighi gli inimicano Piccinni ed ostacolano la sua carriera, nonostante il sostegno di Maria Antonietta. Œdipe à Colone (Edipo a Colono), rappresentato nel gennaio del 1786, non avrà successo che alla ripresa postuma, un anno dopo. L’ultima opera di Sacchini, Arvire et Évelina (Arvira ed Evelina), rimasta incompiuta, verrà terminata da Jean-Baptiste Rey.