Georges BIZET

Nato da un padre ex acconciatore-parrucchiere diventato professore di canto e da una madre pianista dilettante, Bizet ricevette in famiglia le prime lezioni di musica. Allievo dotato, fu iscritto al Conservatorio nel 1848, grazie all’intervento dello zio François Delsarte, futuro teorico del movimento. Di lì a poco avrebbe ottenuto dei primi premi nelle classi di Marmontel (pianoforte), Benoist (organo) e Halévy (composizione). In parallelo Bizet frequenta le lezioni private di Zimmermann, dove incontra Gounod, il cui influsso si rivela decisivo, come attesta la magistrale Sinfonia in do maggiore (1855). Dotato di una straordinaria precocità soprattutto nella padronanza dell’orchestra, Bizet comincia ad avere successo già in quegli anni: dopo un primo premio ottenuto in un concorso di operette organizzato da Offenbach nel 1856 (Le Docteur miracle), l’anno seguente riceve la consacrazione accademica con un primo grand prix de Rome, riconoscimento che gli consente un lungo soggiorno a villa Medici. Tornato a Parigi con una nuova opera, Don Procopio, si dedica definitivamente alla carriera di compositore. A parte alcuni pezzi per pianoforte (Jeux d’enfants) e numerose trascrizioni, delle mélodies, dei mottetti (Te Deum) e poche opere orchestrali (Sinfonia Roma, musiche di scena per L’Arlésienne), Bizet si dedicò prevalentemente alla composizione di opere liriche (Les Pêcheurs de perles, 1863; La Jolie Fille de Perth, 1867; Djamileh, 1872), il cui vertice indiscusso rimane Carmen, rappresentata per la prima volta solo pochi mesi prima della sua morte prematura.